Cronaca
13 Mag 2015

Perché mi piace Maria Elena Boschi: da donna a donna

foto tratta da internet

Ogni giorno sui media piovono fotografie di Maria Elena Boschi: in abitino arancio (ieri su Repubblica), mentre passa tra gli scranni di Montecitorio in jeans (vista da dietro), mentre sussurra qualcosa a Lotti coprendosi con la mano il labiale (non è scema).

E quasi ogni giorno piovono commenti acidi, frasi cattive, mezze frasi che suggeriscono che una bella così in quel ruolo lì. Etc.

Rispetto al calvario mediatico di Mara Carfagna, la differenza è che Maria Elena Boschi non ha un passato da soubrette . Ha tuttavia fascino, e si veste da ragazza anche se è Ministro.

Credo che per le donne ,Maria Elena Boschi sia finalmente un bell’aiuto.

Perché è una bella ragazza  capace che fa un lavoro autorevole e impegnativo ma ha scelto di non mettersi addosso nessuna maschera.

Non fa finta di essere modesta,timida, studiosa, non ha cambiato né lessico né guardaroba. Lavora seriamente e è una bella ragazza intorno ai trenta e qualcosa ,uguale a tante come lei che si impegnano in lavori dove bisogna dimostrare di essere capaci e non di essere lì per meriti extralavorativi.

Quando ho cominciato a lavorare io,, seconda metà anni Ottanta, se andavo  in giro da inviato di Panorama per la cultura e la società  senza la mai abbastanza benedetta Giacca Armani, mi chiedevano “E l’inviato di Panorama quando arriverà?”.

Oggi è un po’ meno così, ma neanche tanto.

Ancora oggi,  se sei bella, pensano che sei dove sei perché vai a letto con qualcuno che conta.  Ho auto una discussione    con un anziano  notaio toscano  appena conosciuto, ,il quale sosteneva che Boschi è una …. Ne era così convinto che quando gli ho chiesto che prove aveva, ha detto urlando che una certa avvocatessa che lui conosce gli aveva detto che una avvocatessa gli aveva detto che un avvocato sapeva che…

Ovviamente, questo poveruomo ,saldo nelle sue convinzioni idiote, non sa che ormai lui e i suoi discorsi   sono morti.

Maria Elena Boschi li ha seppelliti con un sorriso.

Anche per tutte noi.


Di Antonella Boralevi
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