Lifestyle
26 Gen 2015

Con quante persone siamo in grado di relazionarci?

da "Amici miei" di Mario Monicelli

Il numero di Dunbar  è un modo inventato da sociologi e psicologi per stabilire il numero massimo di relazioni che una persona può sostenere.
Ciascuno di noi sa bene di poter avere nell’intero corso della sua vita  solo 5 o 6 amici veri: persone che puoi chiamare nel cuore della notte e che sai che verranno da te.

E sappiamo anche che intorno a questo microcosmo di fiducia reciproca e responsabilità reciproca, cresce una rete di “relazioni” con persone che si frequentano  dopo aver avuto rapporti di lavoro o dopo averle conosciute tramite i primi 5 o 6, relazioni che spesso sono stagionali (ci si vede solo d’estate, solo in montagna, solo in città, solo in campagna, solo al mare). Oppure sono a circolo chiuso: amici che fanno lo stesso mestiere, amici che condividono educazione simile, o classe sociale analoga, o passioni condivise: quelli con cui si va al cinema, quelli con cui si viaggia, quelli con cui si gioca a carte.

Tenere una relazione significa investire tempo e anche, talvolta, denaro: telefonare, fare visita, invitare a cena, al bar, a colazione, fare regali di Natale e compleanno. tenere acceso un canale di comunicazione. In contraccambio, se ne ricevono inviti, indirizzi,informazioni su case in affitto, specialisti da consultare, elettricisti seri, personale domestico, scuole dei figli, possibilità di lavoro,  prestazioni professionali gratuite (l’amico avvocato, l’amico medico, l’amico giardiniere) che poi restituiremo allo stesso modo sulla base di quello che sappiamo fare noi,o conosciamo noi.

Secondo Dunbar, il massimo numero di relazioni di questo tipo che un individuo occidentale con una vita normale riesce a sostenere è 150.

Ma da pochi mesi, il numero di Dunbar è stato aggiornato: causa telefonino e Facebook , adesso le relazioni sostenibili devono essere almeno.. 400!

A cui vanno aggiunte almeno 300 “relazioni deboli” ,ovvero saltuarie e opportunistiche.

 

tratto da internet

La folla ,tratto da internet

La nostra vita è dunque sempre più simile a una passeggiata tra la folla, dove veniamo continuamente tirati per la giacca e dove spargiamo sorrisi a caso a persone di cui non riconosciamo il viso ma che ci salutano, ad altre di cui, pur riconoscendo il viso, non sappiamo attribuire il nome.

Vi è capitato di certo.

DomandereI. ne vale la pena?

Il  poeta Kavafis scrive ” non sciupare la tua vita nel troppo commerciare cn la gente, con troppe parole in un viavai frenetico. Non sciupala portandola in giro in balia del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti, fon a farne una stucchevole estranea.”


Di Antonella Boralevi
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