Cronaca
30 Mar 2015

La scatola nera del volo Germanwings Lufthansa

tratta da internet

Si sente la voce del Comandante del Volo Germanwings di Lufthansa in volo da Barcellona a Dusseldorf. “Per Dio, Andreas apri questa maledetta porta!” Si sentono i colpi battuti con l’ascia  sulla porta blindata . Si sente il respiro calmo dell’uomo divenuto folle che sta mandando coscientemente l’aereo e 146 vite a schiantarsi in un unico eterno secondo contro la montagna nera nel cuore del macigno di Francia.

Ma si sente,più forte di tutto, la forza della angoscia. Non importa,io credo, che l’angoscia sia effettivamente durata qualche minuto, o tre, o sette,o nove. Non importa la durata temporale reale , perchè  l’angoscia di stare sul punto della morte dura eternamente dentro di noi.

E allora le grida e i pianti che la scatola nera custodisce diventano insopportabili. Diventano la tua paura. Sono i tuoi fantasmi, quelli che butti in un angolo della mente ogni volta che sali in aereo.

Perché sai che l’aereo è infinitamente meno pericoloso della macchina, sai che in percentuale gli incidenti  aerei come causa di morte sono irrilevanti. Ma quel pianto, quell’urlo suona dentro di te e tu sai che potresti, avresti potuto essere lì.

C’erano,invece, 146 persone come te, ciascuna con la sua vita che la aspettava all’atterraggio che non c’è mai stato.

E adesso dicono che Lufthansa forse fallirà, perché ha già un buco di 700 milioni e i risarcimenti alle famiglie dei morti ammazzati dal copilota  Andreas Lubitz saranno milionari.

Ciò che è già fallita è la nostra fiducia nella efficienza tedesca. Nella serietà tedesca. Cosa avrebbero detto, se Andreas Lubitz fosse stato lasciato volare,invece che da Lufthansa,  da  Alitalia?

 


Di Antonella Boralevi
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